Sarbiewski a magyarokról

Maciel Kazimer Sarbiewski (latinizzato in Mathias Casimirus Sarbievius) fu uno degli esponenti di maggior spicco della poesia neolatina internazionale del secolo XVII. Era chiamato dappertutto l'Orazio „polacco" o „sarmatico". Nelle sue opere piü importanti rinnovö la poesia delle odi...

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Szerző: Szörényi László
Dokumentumtípus: Cikk
Megjelent: 2006
Sorozat:Acta historiae litterarum hungaricarum 29
Kulcsszavak:Sarbiewski Maciej Kazimierz, Latin irodalom költészet 17. sz., Irodalomtudomány
Online Access:http://acta.bibl.u-szeged.hu/1088
Leíró adatok
Tartalmi kivonat:Maciel Kazimer Sarbiewski (latinizzato in Mathias Casimirus Sarbievius) fu uno degli esponenti di maggior spicco della poesia neolatina internazionale del secolo XVII. Era chiamato dappertutto l'Orazio „polacco" o „sarmatico". Nelle sue opere piü importanti rinnovö la poesia delle odi e degli epodi oraziani con un'imitazione invero creativa. II saggio Sarbiewski e gli ungheresi passa in rasscgna i tanti eomponimenti in cui il poeta polacco, spesso in riferimento all'auspicata liberazione di tutto lTmpero bizantino d'un tempo, fa inenzione dell'Ungheria come un paese quasi totahnente distrutto dai turchi. La visione storica delle sue opere rispecchia. da una parte, i progetti diplomatici correnti alia corte del papa Urbano VIII (Maffeo Barberini), dall'altra, la politica antiturca dei re polacchi. - II saggio analizza dettagliatamente un componimento pubblicato per la prima volta nel 1632: una poesia del libro IV delle Odi. Si tratta di un'ode alcaica in cui il poeta pone davanti agli occhi dei lettori polacchi l'esempio della misera sorte dell'Ungheria. Secondo lui, infatti, i turchi avevano potuto occupare e rovinare il paese perché. dopo la Riforma, gli ungheresi si erano allontanati dalla loro fede; anche la Polonia, sostiene Sarbiewski, rischierebbe la stessa sorte, qualora non osservasse in pieno il Cattolicesimo e volgesse le spalle a Maria Vergine, patrona del paese. II simbolismo del componimento, da una parte, si ispira alle odi romane di Orazio (che celebravano la religio s i t ä tradizionale romána), attingendovi l'idea secondo cui un Paese che trascura il proprio culto é destinato ad andare in rovina. Dall'altra parte, preannuncia un motivo che sara proprio del Romanticismo nazionale ungherese (ricorrente sopraltutto nelle poesie di Mihály Vörösmarty): i poeti ungheresi avvertiranno la propria nazione che il destino della vicina Polonia (Poccupazione straniera e lo smembramento del paese) potrebbe ripetersi. L'esperienza di viaggio, che stava alia base della poesia di Sarbiewski, piü precisamente il momento in cui il poeta vide i monti Tatra, álla frontiéra polacco-ungherese, risale al 1625, anno in cui il poeta gesuita, terminati gli studi a Roma, stava tornando in patria attraverso la Germania e l'Ungheria.
Terjedelem/Fizikai jellemzők:251-260
ISSN:0586-3708